Sisma Emilia Romagna
Il terremoto dell'Emilia del 2012 è un evento sismico costituito da una serie di scosse localizzate nel distretto sismico della pianura padana emiliana, prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo, ma avvertiti anche in un'area molto vasta comprendente tutta l'Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell'Austria, della Francia sud-orientale e della Germania meridionale.Già tra il 25 e il 27 gennaio si ebbero in zona fenomeni significativi, ma le 2 scosse più forti (alla fine riunite in una sola), rispettivamente di magnitudo MI5,9 e Mw5,86 sono state registrate nello stesso istante il 20 maggio 2012 alle ore 04:03:52 ora italiana (02:03:52 UTC), con epicentro nel territorio comunale di Finale Emilia (MO), con ipocentro a una profondità di 6,3 km.
Il 29 maggio alle 09:00 una nuova scossa molto forte di magnitudo MI5,8 e Mw5,66 è avvertita in tutta l'Italia Settentrionale, creando panico e disagi in molte città come Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Rovigo e in misura minore a Milano, Brescia, Piacenza, Parma, Verona, Padova, Vicenza e Venezia; l'epicentro è situato nella zona compresa fra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. A quella delle 9:00 si sono susseguite altre tre scosse rilevanti sempre in data 29 maggio: una alle 12:55 di magnitudo 5,4, una alle 13:00 di magnitudo 4,9 e un'ulteriore scossa alla stessa ora di magnitudo 5,2.
Il 31 maggio alle 16:58 una scossa di magnitudo 4,0 con epicentro a Rolo e Novi di Modena, ha colpito la zona della bassa reggiana e dell'oltrepò mantovano, già molto provate dalle scosse dei giorni precedenti che avevano avuto come epicentro la vicina area della bassa modenese. Sempre la sera del 31 maggio alle ore 21:04 si è verificata una scossa di magnitudo 4,2 con epicentro a San Possidonio.
Queste scosse sono state seguite da uno sciame sismico con scosse di magnitudo variabile di minore entità scala Richter. Un'altra scossa di magnitudo 5,1 è stata avvertita in tutto il Nord Italia il 3 giugno 2012 alle ore 21:20:43 ora italiana (19:20:43 UTC), con epicentro in Novi di Modena.
I due eventi sismici principali hanno causato un totale di 27 vittime (22 nei crolli, tre per infarto o malore e due per le ferite riportate), in maggioranza dipendenti di aziende distrutte. Il 4 giugno 2012 è stato proclamato giornata di lutto nazionale per le vittime del terremoto.
La scossa del 20 maggio
Alle 04:03:52 un forte sisma della durata di venti secondi di magnitudo del momento sismico pari a 5.9, preceduto qualche ora prima (esattamente alle 01:13 e alle 01:42) da due scosse di MI 4,1 (Mw 3,98) e 2,2, si è fatto sentire in tutto il Nord e parte del Centro Italia, facendo risvegliare la maggior parte delle persone, con epicentro a Finale Emilia a 6,3 km di profondità (distretto sismico: Pianura Padana emiliana). Il terremoto è stato avvertito dai sismografi di tutta Italia, ma le regioni in cui è stato avvertito dalla popolazione sono: Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria.
Il sisma ha provocato 7 morti accertati, circa 50 feriti, 5000 sfollati e ingenti danni al patrimonio culturale a causa dei molti crolli di palazzi storici, aziende agricole e fabbriche. Il sisma ha provocato fenomeni diffusi di liquefazione delle sabbie, che hanno interessato ampie aree a San Carlo di Sant'Agostino, Mirabello, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Tali fenomeni si sono verificati anche a seguito delle scosse del 29 maggio nelle aree di Cavezzo e Moglia, causando il crollo di alcuni edifici anche di recente costruzione.
Successivamente ci sono state nuove scosse: di 4,8 (alle 04:06, epicentro: Finale Emilia), di 5.1 (alle 04:07, epicentro: Bondeno), di 4,3 (alle 04:11 e alle 04:12, epicentri: Bondeno e Finale Emilia) e di 4,0 (alle 04:35 e alle 04:39, epicentri: Vigarano Mainarda e Finale Emilia). Una nuova forte scossa tellurica di 4,9 è stata avvertita a partire da San Felice sul Panaro alle ore 05:02 (ora italiana). Altre scosse di notevole intensità si sono avvertite alle ore 11:13, 15:18 e 15:21 rispettivamente di 4,2, 5,1 e 4,1 a Finale Emilia, Vigarano Mainarda e Bondeno. Alle 19:37 dello stesso giorno si è verificata inoltre una nuova scossa di magnitudo 4,5 con epicentro nei pressi di Bondeno. Un'altra scossa di 4,1 si è fatta sentire il 21 maggio alle 16:37 con epicentro in Finale Emilia. Il 23 maggio alle 23:41 un'altra scossa moderata di magnitudo 4,3 fa tornare il panico tra la gente. Il 25 maggio alle 15:14 un'altra scossa più debole, di 4,0 gradi della scala Richter è stata avvertita dalla popolazione.
Le scosse del 29 maggio
Una forte scossa della durata di 30 secondi, di magnitudo 5,8 e definita superficiale (profondità ipocentro: 9,6 km) è stata registrata alle 09:00:03 del 29 maggio 2012. L'epicentro è nella zona di Medolla e Cavezzo in provincia di Modena. Un primo bilancio provvisorio riporta crolli in edifici anche di interesse storico-artistico, tra quelli già danneggiati dall'evento sismico del 20 maggio, 20 vittime (due decessi avvenuti in data 5 giugno ed uno il 12 giugno) e almeno 350 feriti. Gli sfollati salgono a circa 15.000. Successivamente alla scossa delle 09:00 si sono verificate altre due scosse di entità rilevante: alle 12:55 di intensità 7,1 e alle 13:00 di intensità 6,7. A Mantova è stato chiuso il Palazzo Ducale e a Pisa è stato chiuso per inagibilità il Palazzo della Sapienza. Successivamente, una sessantina di scosse si sono registrate nella notte fra il 29 e il 30 maggio. Il terremoto è stato avvertito in quasi tutta la Slovenia, in particolare nelle regioni occidentali del Paese, in Svizzera nel Canton Ticino e nell'Istria, in Croazia, ma senza provocare né feriti, né danni, come riferito dai media sloveni.
La scossa del 3 giugno
Una nuova forte scossa di magnitudo 5,1 alle 21:20 del 3 giugno 2012 con epicentro a Novi di Modena e avvertita in tutto il nord Italia ha nuovamente colpito tutta la zona della bassa modenese e dell'oltrepò mantovano. La torre dell'orologio di Novi di Modena è crollata durante la scossa.
Sequenza delle scosse
Danni e vittime
I terremoti del 20 maggio e 29 maggio hanno causato pesanti danni alle costruzioni rurali ed industriali, alle opere di canalizzazione delle acque, nonché agli edifici ed ai monumenti storici ed agli edifici civili di vecchia costruzione in pietra o ciottoli. In particolare sono risultati seriamente danneggiati o parzialmente crollati gran parte dei monumenti e dei luoghi di interesse artistico compresi in un'ampia area, da Mantova a Modena a Ferrara ad alcuni comuni della provincia di Bologna, le cui rispettive province sono risultate essere le più gravemente colpite e danneggiate dagli eventi sismici. In alcuni casi sono stati danneggiati anche edifici ad uso abitativo di recente costruzione; tali danni sono spesso ascrivibili ai diffusi episodi di liquefazione delle sabbie.
I danni del sisma sono stati stimati (relazione inviata alla Commissione UE) in 13 miliardi e 273 milioni di euro. In Emilia‐Romagna la stima è di 12 miliardi e 202 milioni di euro: 676 milioni per i provvedimenti di emergenza; 3 miliardi e 285 milioni di danni all’edilizia residenziale; 5 miliardi e 237 milioni di danni alle attività produttive; 2 miliardi e 75 milioni di anni ai beni storico‐culturali e agli edifici religiosi; la quota restante è suddivisa fra edifici e servizi pubblici e infrastrutture.
Provincia di Modena
Il territorio colpito dal sisma comprende un’area di 967 chilometri quadrati, pari al 36% dell’intero territorio provinciale, al cui interno vivono oltre 227 mila persone. I terremoti hanno duramente colpito tutta la zona della bassa modenese: Camposanto, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio e San Prospero hanno subito ingentissimi danni. Colpiti duramente i centri storici, i vecchi edifici in pietra, gli edifici rurali ed i capannoni nelle aree commerciali, artigianali ed industriali. Colpiti diffusamente su tutto il territorio anche gli edifici pubblici, fra i quali scuole ed ospedali. Buona è stata invece la risposta degli edifici di recente costruzione in calcestruzzo, per i quali sono stati registrati sporadici casi di danni strutturali, soprattutto nei comuni prossimi all'epicentro e localmente nelle zone interessate dai fenomeni di liquefazione. La prima scossa del 20 maggio ha colpito duramente soprattutto le aree di San Felice sul Panaro, Finale Emilia e Canaletto (frazione di Finale Emilia). In queste località l'intensità macrosismica rilevata è stata pari a 7. Intensità macrosismiche superiori a 6 sono state rilevate anche a Cavezzo e Mirandola. Le forti scosse del 29 maggio si sono aggiunte a una situazione già drammatica. Anche stavolta l'edilizia industriale e storica, insieme a quella rurale è stata la più colpita, venendo distrutti altri capannoni ed edifici storici. A Mirandola si sono avuti danni gravissimi al Castello dei Pico, al palazzo comunale, al duomo e alla chiesa di San Francesco[54][55], oltre agli ingentissimi danni subiti dal comparto biomedicale. A San Felice sul Panaro si sono verificati crolli e lesioni serie alla Rocca Estense, al duomo ed alla torre dell'orologio, mentre a Camposanto si sono verificati grossi danni e crolli al centro storico ed alle strutture agricole. Conseguenze pesantissime si sono avute anche a Medolla, dove si sono verificati i crolli di diversi capannoni industriali, e a Cavezzo, dove sono rimasti seriamente danneggiati tre quarti degli edifici del centro storico. Gravi danni alle chiese e agli edifici del centro storico sia a San Possidonio che a San Prospero. A Soliera (13km circa da Modena) il sisma del 29 maggio ha reso inagibili le due scuole principali del comune, sia la media che l'elementare; il castello della città, abbastanza conosciuto, ha subìto danni ingenti all'interno, dove ospitava la biblioteca comunale e diverse altre sale. A Concordia sulla Secchia è crollata la quasi totalità del centro storico, mentre a Novi di Modena è crollata la torre dell'orologio. Nella provincia di Modena si sono avute il maggior numero di vittime, in totale 17.
Provincia di Ferrara
Il territorio colpito dal sisma comprende un’area di 818 chilometri quadrati, pari al 31% dell’intero territorio provinciale, al cui interno vivono circa 214 mila persone (il 59% del totale provinciale di 360 mila). La zona occidentale della provincia di Ferrara è stata duramente colpita soprattutto dal sisma del 20 maggio. Si sono verificate numerose lesioni e crolli parziali alla maggior parte degli edifici storici e crolli in vari edifici industriali, civili ed agricoli. Nei sismi successivi a quello del 20 maggio la zona è risultata meno coinvolta. I comuni in cui si sono verificati i danni più gravi sono stati Bondeno, Cento, Mirabello, Poggio Renatico e Sant'Agostino. Le vittime dei terremoti in provincia di Ferrara sono state sei, delle quali due operai morti nel crollo della fabbrica di ceramica di Sant'Agostino, ed un operaio morto nell'industria plastica URSA di Stellata (frazione di Bondeno). I danni più gravi al patrimonio storico e artistico si sono avuti con il crollo e il grave danneggiamento della chiesa di San Paolo a Mirabello, il crollo della torre dell'orologio del Castello Lambertini a Poggio Renatico, ed il crollo di parte del Palazzo Mosti a Pilastri di Bondeno. Gravi danni anche a chiese e municipi: a Sant'Agostino parte del municipio è crollato in diretta tv, mentre a Bondeno le chiese delle frazioni di Gavello e Stellata, ma soprattutto quelle di Burana e Pilastri sono state fra le più danneggiate della zona, uscendo semidistrutte dal sisma del 20 maggio. A Cento gravi danni al Municipio, al Teatro, alla Pinacoteca oltre a tutte le chiese e campanili, comprese quelle delle frazioni di Buonacompra, crollata in diretta tv, di Alberone di Cento e di Casumaro. Danneggiati irrecuperabilmente l'80% degli edifici scolastici del comune e delle sue frazioni, oltre a numerosissime abitazioni. Seri danni anche alla città di Ferrara dove risultano gravemente danneggiati o inagibili numerosi edifici pubblici, danni seri al patrimonio artistico e religioso, agli edifici scolastici, all'università ed all'ospedale. Circa 8000 abitazioni private gravemente danneggiate, di cui 4000 parzialmente o completamente inagibili, tanto da avere anche nella città capoluogo alcune centinaia di sfollati.
Provincia di Mantova
Anche la provincia di Mantova è stata duramente colpita dal sisma che si è verificato in Emilia venendo colpito un territorio di 461 chilometri quadrati comprendente i comuni appartenenti al cosiddetto "Cratere Sismico" costituito da 14 comuni dell'Oltrepò mantovano. I comuni maggiormente distrutti all'interno del cratere sismico risultano essere in particolare Moglia, San Giacomo delle Segnate, Poggio Rusco, Quistello, Gonzaga, Pegognaga e San Giovanni del Dosso. In questi comuni si sono avuti danni ingentissimi a edifici pubblici e religiosi, che in molti casi sono stati distrutti, ma anche all'edilizia residenziale e industriale. Nella fase successiva all'emergenza risultavano essere 3000 gli sfollati nella Provincia. 21 Campi sfollati sono stati aperti in 14 comuni dei quali i più grandi erano quelli di Poggio Rusco (in cui erano presenti 2 Tendopoli e una struttura coperta per un totale di 350 posti) che ospitarono circa 400 persone, Moglia in cui venne allestito un campo gestito dalla protezione civile regionale che ospitò un massimo di 360 persone, Pegognaga che ospito un massimo di 350 persone e San Giacomo delle Segnate dove nel campo gestito dalla Protezione civile sono state ospitate 300 persone. Il patrimonio artistico e monumentale dei comuni colpiti ha subito danni ingentissimi: secondo la sovrintendenza sono 129 le chiese danneggiate e 83 quelle inagibili. I casi più gravi di chiese a codice rosso riguardano le Chiese di Moglia e di Quistello e le parrocchiali di Poggio Rusco, San Giovanni del Dosso, San Giacomo delle Segnate e Bondeno di Gonzaga. Il complesso Monastico di San Benedetto Po ha subito ingenti danni. I centri storici di Moglia, Bondeno di Gonzaga, Quistello, Poggio Rusco e San Giacomo delle Segnate, esattamente come in Emilia, si sono trasformati in zone rosse con gravi danni alle attività commerciali situate in essi. Per quanto riguarda l'economia locale i danni più ingenti in provincia si sono registrati all'agricoltura: 270 milioni di euro i danni all'agricoltura mantovana. Migliaia di forme di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano sono cadute dalle scaffalature in particolare nei magazzini di Moglia, Pegognaga, Porto Mantovano e Villa Poma; ingenti danni anche a stalle, fienili e aziende agricole. Il comparto industriale è risultato meno colpito rispetto a quello emiliano e i danni maggiori si sono avuti nei comuni di Moglia, Gonzaga, Quistello e Poggio Rusco, comuni che ospitano zone industriali dove numerose aziende, a causa dei capannoni inagibili, sono state costrette a ricorrere alle tensostrutture. Le scosse hanno suscitato ripercussioni anche per quanto riguarda l'edilizia civile; risultano circa 3500 le abitazioni danneggiate in Provincia di Mantova di cui le 1500 inagibili risultano essere localizzate nei 7 comuni più colpiti. Record di inagibilità sono Moglia, Quistello, Gonzaga e San Giacomo delle Segnate con un numero di abitazioni inagibili compreso tra 100 e 400 seguiti da San Giovanni del Dosso, Pegognaga e Poggio Rusco con un numero di abitazioni inagibili compreso tra 50 e 100. Circa 28 edifici scolastici sono risultati inagibili; i comuni di Pegognaga, San Giacomo delle Segnate, Poggio Rusco e Moglia sono stati costretti a ricorrere all'utilizzo di strutture prefabbricate provvisorie. In questi ultimi due comuni si sono registrati disagi nelle procedure di appalto delle strutture che hanno rischiato di compromettere il regolare svolgimento dell'anno scolastico; tali disagi sono stati prontamente risolti da Regione e amministrazioni comunali. In Provincia di Mantova non si sono contati morti.
Provincia di Reggio Emilia
Il territorio colpito dal sisma comprende un’area di 458 chilometri quadrati, pari al 20% dell’intero territorio provinciale, al cui interno vivono oltre 121 mila persone. I danni maggiori si sono avuti a seguito dei terremoti del 29 maggio. I comuni maggiormente danneggiati, secondo il rapporto dell'INGV sono Reggiolo e Rolo. Gli altri comuni appartenenti al Cratere Sismico delimitato dal Governo sono Correggio, Campagnola Emilia, Novellara e Rio Saliceto. Circa mille gli sfollati in provincia a seguito delle scosse del 29 maggio di cui 550 a Reggiolo, 100 a Rolo e gli altri divisi tra i comuni di Correggio, Fabbrico, Guastalla, Luzzara e Rio Saliceto. Due campi della Protezione civile sono stati attivati a Reggiolo e Rolo mentre anche in altri comuni sono stati allestiti campi gestiti direttamente dalle amministrazioni comunali. Ingentissimi i danni agli edifici pubblici soprattutto a chiese e scuole. la situazione più critica per quanto riguarda le scuole è nei comuni di Rolo e Reggiolo che ospiteranno gli studenti in prefabbricati provvisori in attesa della costruzione di nuove scuole definitive; danni anche a Luzzara, Guastalla, Correggio e Fabbrico. I danni all'economia si sono registrati in particolare per quanto riguarda l'agricoltura: sono 70 milioni i danni all'agricoltura reggiana subiti in particolare a seguito del crollo di circa 100000 forme di Parmigiano Reggiano. Danneggiato in misura minore il comparto industriale.
Provincia di Rovigo
La provincia di Rovigo, anche se colpita dagli eventi sismici di maggio, è risultata la meno danneggiata rispetto alle altre provincie definite terremotate nel Decreto Legge 74 del 6 giugno emanato dal Governo. I danni maggiori si sono avuti nei comuni che si affacciano in prossimità del fiume Po dove questo traccia il confine tra le province di Mantova e Ferrara. Tra i comuni più colpiti vi sono Ficarolo, Gaiba, Calto, Castelmassa, Stienta e Fiesso Umbertiano. I danni interessano nella quasi totalità dei casi edifici pubblici o edifici residenziali di più antica costruzione e quindi già in situazioni non ottimali. Le Chiese maggiormente danneggiate dal sisma sono quelle di Ficarolo, Gaiba, Fiesso Umbertiano, Occhiobello e Calto. Scuole danneggiate a Stienta e Castelmassa. Alcuni sfollati ospitati in strutture coperte.
Zone lontane dagli epicentri
A Milano sono stati fatti evacuare numerosi palazzi del centro, compresa la sede della Regione Lombardia, il Pirellone e molte scuole, per ragioni di sicurezza poco dopo la scossa. Nel capoluogo lombardo, comunque, non si è segnalato alcun danno. A Venezia, invece, è crollata una statua nei giardini Papadopoli, sfiorando una donna. A Padova è stata lievemente danneggiata la basilica di Sant'Antonio. A Genova si sono prodotte alcune crepe nel palazzo San Giorgio. La situazione è molto diversa a Mantova, in quanto ci sono stati dei danni alla basilica Palatina di Santa Barbara, palazzo Te, palazzo Ducale e altri edifici del centro storico, e in provincia si sono verificati alcuni crolli. Mentre i danni all'edilizia abitativa sono per fortuna scarsi, pesantissimi sono stati quelli subiti dalle costruzioni ad uso agricolo, con il settore già in crisi reputato in ginocchio. In provincia di Massa e Carrara la città di Aulla, già duramente provata dall'alluvione dell'ottobre 2011, ha riportato danni al palazzo Centurione, edificio storico nonché sede del liceo cittadino e sede provvisoria della scuola elementare. A Pisa è stato chiuso per motivi precauzionali il già lesionato palazzo della Sapienza, sede della facoltà di giurisprudenza.
Lista dei comuni colpiti
Nelle tabelle in basso si riportano gli effetti ed i danni prodotti dal terremoto nei comuni colpiti.
Nella tabella seguente sono indicati i comuni distrutti dal sisma in Emilia.
Nella seguente tabella sono indicati tutti gli altri comuni maggiormente colpiti dal sisma.
Nella tabella seguente sono indicati tutti gli altri comuni danneggiati dal sisma.